SERVA DEL SIGNORE CREDENTE e DISCEPOLA:
“ECCO LA SERVA DEL SIGNORE” (Lc 1, 38) R. P. Maxim Gurezov, IVE
Presentiamo la seconda parte dell’articolo nella quale esprimeremo alcune conclusioni teologiche del v. 38, mostrando come Maria è modello del credente e discepola perfetta; con questo riprenderemo i punti già sviluppati nella prima parte dell’articolo, per approfondirli alla luce di tutto il dittico lucano ed alcuni altri passi del Nuovo Testamento.
Generalmente, quando si parla dei primi due capitoli di Luca, si dice che si tratta della parte iniziale del racconto lucano, contenente i principali motivi teologici che saranno sviluppati in tutta la narrazione successiva[1].
«Luca menziona Maria per nome tredici volte, in cinque episodi: 1, 27.30.34.38; 1,39.41.46.56; 2,5.16.19; At 1,14 e altre tre volte fa riferimento a lei senza il nome (Lc 2, 41-51; 9, 19-21; 11, 27-28)»[2].
L’annunciazione, in quanto tale, ha un messaggio eminentemente cristologico. L’immagine chiara che ci propone Luca di Maria è appunto la sua relazione particolare, molto vicina a Gesù, in quanto è la madre di Gesù. Lei è anzitutto e soprattutto la madre del Figlio di Dio. Questo è il suo ruolo eccezionale e a questo verte la sua dignità. Questa prima e fondamentale dimensione della figura di Maria appare chiaramente espressa da Elisabetta: καὶ πόθεν μοι τοῦτο ἵνα ἔλθῃ ἡ μήτηρ τοῦ κυρίου μου πρὸς ἐμέ; (Lc 1,43).
Senza togliere importanza al tema della maternità di Maria, si nota anche una forte allusione alla figura di Maria come esempio del credente e discepolo. Il consenso di Maria esprime la fede più alta, la fa diventare una credente e discepola per eccellenza. Le parole del consenso di Maria
«[…] non devono essere presi semplicemente come l’espressione di umiltà profonda e di una sottomissione senza riserve a quanto il Signore le aveva annunciato per mezzo dell’angelo, ma debbono essere intese come l’espressione della conoscenza che la Vergine ha acquisito della sua maternità messianica del Figlio di Dio e dell’accettazione di fede del progetto che il Signore ha su di lei secondo la comunicazione dell’angelo»[3].
1. Maria discepola in Luca
Luca ci presenta chiaramente la vocazione di Maria, che richiede una risposta personale da parte di Maria. «Dio costituisce una storia nuova che si realizza per iniziativa divina (cfr. Gal 4,4) e grazie alla collaborazione di Maria. In Lc 1, 26-38 il progetto di Dio dipende dal “sì” di una giovane galilea»[4]. Dio aspetta la sua libera cooperazione nell’economia della salvezza[5]. Il suo ‘fiat’ quindi distacca anche la sua dimensione di credente e discepola per eminenza. Maria acconsente a un piano che sorpassa le possibilità umane, il suo ‘fiat’ implica un atto di fede nel potere di Dio, per il quale nessuna cosa è impossibile. Così Maria è la prima credente del Nuovo Testamento, così come Abramo il padre dei credenti[6].
1.1 Maria la prima credente
Sulla fede di Maria versa molta luce la pericope della Visitazione (Lc 1, 39-56). Elisabetta proclama Maria beata, per la sua fede: καὶ μακαρία ἡ πιστεύσασα ὅτι ἔσται τελείωσις τοῖς λελαλημένοις αὐτῇ παρὰ κυρίου (Lc 1,45)[7]. «Qui il comportamento di Maria descritto in 1, 28-38 viene commentato e stimato come dominato dalla fede in Dio e nella sua parola»[8]. È la prima beatitudine riferita nel vangelo di Luca, così Maria precede i discepoli e tutta la Chiesa nella realizzazione delle beatitudini. Maria è così immagine del discepolo ideale, colei che ascolta la parola e la mette in pratica (Lc 8, 18-21; 11, 27-28)[9]. «È la credente per antonomasia, prototipo di ogni credente»[10].
In che cosa consiste l’eccellenza[11] della fede di Maria? Ci illumina su questo punto l’annuncio a Zaccaria.
Zaccaria chiede un segno, dubita della possibilità del miracolo che le viene annunciato dall’ angelo e per questo viene rimproverato: ἀνθ᾽ ὧν οὐκ ἐπίστευσας τοῖς λόγοις μου (Lc 1,20)[12]. Invece Maria, credendo nella possibilità del compimento dell’annuncio, interpella il messaggero divino solo sulle modalità della sua realizzazione e riceve una risposta dall’angelo. Subito dopo aderisce al progetto di Dio, «dà pienamente il suo consenso senza accertarsi dapprima del segno offerto (cfr. 1,45)»[13]. La domanda di Zaccaria viene «biasimata, quella di Maria ammessa e ricompensata (1, 19-20.36-37)»[14].
Sono anche da osservare le circostanze nelle quali si realizzano i due annunci. Zaccaria si trova in una situazione favorevole: è sacerdote, l’angelo gli appare nel tempio di Gerusalemme, durante il suo servizio sacerdotale, e gli ricorda le sue preghiere (Lc 1,13). Nel caso di Maria questo avviene in un contesto semplice, senza elementi di sacralità. Luca neppure ci indica un luogo preciso della visione: ci dice che è a Nazaret, in un villaggio poco importante, la vergine è una paesana della Galilea, non v’è manifestazione di alcuna richiesta. Quindi, Zaccaria aveva tutte le ragioni di prestare la fede e non dubitare dell’autenticità divina del messaggio, ma non crede e rimane muto. Maria, invece, fa un atto di fede. «Dio che adempie la sua opera senza Zaccaria, la realizza con Maria»[15].
A Maria è proposto di credere a una verità molto più alta di quella di Zaccaria. Quest’ultimoinfatti, è invitato a credere in una nascita meravigliosa che si realizzerà all’interno di un matrimonio sterile. Vediamo simili interventi di Dio nell’Antico Testamento con: Sara (Gn 17, 15-21; 18, 10-14); Rachele (Gn 30, 22); la madre di Sansone (Gdc 13, 1-7); Anna (1Sam 1, 11-20); tutti interventi che sicuramente Zaccaria conosceva. Maria, invece, deve credere a una maternità verginale, le viene chiesto di aderire a una verità mai enunciata nel tempo precedente. E Lei lo accoglie con animo semplice e audace.
Zaccaria, sacerdote che officia nel tempio, rappresenta Israele obbediente alla legge, sterile e muto, il quale non sa accogliere immediatamente la nuova proposta di salvezza ed ha bisogno della conversione[16].
1.2 Maria modello del discepolo
Durante la vita di Gesù, Maria non viene menzionata esplicitamente, ricordiamo l’episodio che segue le parabole del seme e della lampada. Maria è la buona terra: το δε ἐν τῇ καλῇ γῇ, οὗτοί εἰσιν οἵτινες ἐν καρδίᾳ καλῇ καὶ ἀγαθῇ ἀκούσαντες τον λόγον κατέχουσιν καὶ καρποφοροῦσιν ἐν ὑπομονῇ (Lc 8,15)[17]. Molto significativo è il fatto che subito dopo questa parabola Gesù proietta l’immagine di Maria sui suoi discepoli: μήτηρ μου καὶ ἀδελφοί μου οὗτοί εἰσιν οἱ τον λόγον τοῦ θεοῦ ἀκούοντες καὶ ποιοῦντες (Lc 8,21)[18]. Maria, insieme ai fratelli di Gesù, viene presentata come modello dei discepoli, sono i primi esempi di coloro che ascoltano la parola di Dio e producono frutti in abbondanza[19].
Un altro testo che loda la fede di Maria è simile al precedente: μενοῦν μακάριοι οἱ ἀκούοντες τὸν λόγον τοῦ θεοῦ καὶ φυλάσσοντες (Lc 11,28)[20]. «Egli vuole distogliere l’attenzione dalla maternità intesa solo come un legame della carne, per orientarla verso quei misteriosi legami dello spirito, che si formano nell’ascolto e nell’osservanza della parola di Dio»[21]. Anche se queste parole sembrano mostrare un certo distacco di Gesù da sua madre, possono essere applicate in modo specialissimo a lei. Maria è degna della benedizione per essere la madre di Gesù, ma soprattutto per la sua fede, perché ha accolto le parole dell’Annunciazione, perché fu obbediente a Dio, perché «serbava» la parola (Lc 1,45) e la «meditava nel suo cuore» (Lc 2,19). Così questa beatitudine di Gesù non si contrappone, ma coincide con la persona della Vergine-Madre, che si proclama semplice Serva del Signore. Si potrebbe dire che quella donna è stata la prima a confermare le stesse parole di Maria nel Magnificat: ἰδοὺ γὰρ ἀπὸ τοῦ νῦν μακαριοῦσίν με πᾶσαι αἱ γενεαί (Lc 1,48)[22]. Mediante la fede Maria divenne madre carnale di Gesù, ma anche per mezzo della stessa fede lei era aperta alla nuova dimensione della maternità, la maternità spirituale.
1.3 Maria in preghiera con gli apostoli[23]
Un altro testo lucano dove appare nuovamente la figura di Maria come credente e discepola e quello degli Atti degli Apostoli: οὗτοι πάντες ἦσαν προσκαρτεροῦντες ὁμοθυμαδον τῇ προσευχῇ συν γυναιξιν καὶ Μαριαμ τῇ μητρὶ τοῦ Ἰησοῦ καὶ τοῖς ἀδελφοῖς αὐτοῦ (At 1,14) [24]. È importante sottolineare questo atteggiamento di Maria in preghiera, agli albori della Chiesa.
Questo capitolo degli Atti garantisce la continuità tra il primo e secondo libro di Luca e, allo stesso tempo, anticipa il programma di tutto il racconto degli Atti. Nei vv. 12-14 vi è un gruppo ristretto di persone insieme con gli Undici. Si tratta di un nucleo originario e fondamentale della primitiva comunità, alla quale poi vengono aggiunti altri discepoli. Il testo di At 1,14 ha due caratteristiche particolari; anzitutto la preghiera e poi l’indicazione dei membri.
La preghiera è un tema molto caro a Luca. È presente, infatti, in diversi parti del suo Vangelo. Nei Vangeli dell’infanzia, si respira propriamente il clima di preghiera: l’annuncio a Zaccaria (Lc 1,10), le scene della presentazione e ritrovamento di Gesù al tempio si trovano nel contesto dei riti e delle celebrazioni liturgiche. La preghiera viene espressa anche nei cantici, ringraziamenti, benedizioni, nell’esaltazione di Dio: Magnificat, Benedictus, Gloria, Nunc dimittis; le lodi dei pastori, Elisabetta, Anna. Nella vita di Gesù, Luca, più degli altri evangelisti sinottici, evidenzia la sua preghiera. Altri vangeli presentano tre volte Gesù in preghiera, Luca aggiunge altre cinque in contesti particolari (Lc 3,21; 6,12; 9,29; 11,1; 22,32). Il Vangelo finisce anche in un contesto liturgico di preghiera. Notiamo che la preghiera è come una grande inclusione in tutto il vangelo di Luca. Negli Atti vediamo lo stesso: la preghiera si trova nell’esperienza quotidiana delle comunità e dei singoli. L’invito di Gesù a pregare sempre, in ogni tempo, è stato messo in pratica dalla comunità primitiva.
La madre del Signore è presente nel nucleo originario della Chiesa, insieme con gli apostoli e i primi testimoni in preghiera, cioè nell’atteggiamento caratteristico dei discepoli di Cristo. Luca cerca di evidenziare questo aspetto con cura negli Atti (1,24; 4, 24-30; 6,6; 12,5). La presenza di Maria nella comunità che attende in preghiera l’effusione dello Spirito ricorda l’Incarnazione del Figlio di Dio per opera dello stesso Spirito Santo (cfr. Lc 1,38 con At 1,8). Il compito che Lei aveva all’inizio della opera iniziata dal Figlio è strettamente legato con il compito che hanno gli apostoli. Come Maria, loro dovranno generare il Signore, testimoniarlo nel mondo. Il discepolo cristiano vive per rendere testimonianza al Cristo risorto e al suo insegnamento. La testimonianza [25] è uno dei motivi centrali negli Atti (10, 39-42). Perciò viene scelto Mattia per prendere il posto di Giuda tra i dodici (At 1,22). Anche Paolo viene descritto come un testimone di Cristo (At 22,15; 26,16). Il discepolo cristiano è testimone del Cristo risorto.
Maria che ha creduto per prima, era presente in mezzo agli apostoli come testimone eccezionale del mistero di Cristo[26]. Lei è la madre di Gesù che fu elevato al cielo e invia lo Spirito Santo e al quale bisogna rendere testimonianza fino ai confini della terra.
La madre di Gesù non sarà più nominata, ma il primo capitolo degli Atti è programmatico per tutto il libro e per tutta la Chiesa. Maria è presente come madre di Gesù dovunque ci siano i discepoli del Signore, in qualsiasi luogo dove gli uomini e donne sotto influsso dello Spirito Santo saranno testimoni del risorto.
2. Maria discepola alla luce di altri testi del Nuovo Testamento
La sua auto-denominazione di Serva ci potrebbe far pensare alla dimensione di discepola. Dio la chiamò piena di grazia, con ciò diede a conoscere qual è il suo rapporto con lei. A sua volta la Vergine chiamandosi Serva del Signore esprime qual è il suo rapporto con Dio. Come abbiamo visto nel capitolo precedente, la qualifica di servo nell’AT appartiene a quelli che devono esercitare una missione per il popolo eletto. Quindi Maria, attribuendo a sé questo titolo, «riconosce di essere presa al servizio ed incaricata di un compito»[27], riconosce di essere chiamata a questa missione. E così «viene associata in certo qual modo ai “servi del Signore” che da Dio sono stati presi a servizio per la salvezza del suo popolo»[28]. Possiamo pensare, quindi, alla dignità di Maria che viene inclusa nel numero dei servi, ed anche alla dignità del servizio. «[…] ella è collocata vicino ai condottieri e ai profeti del popolo, che da Dio sono stati chiamati e attraverso i quali Dio ha operato la salvezza de suo popolo»[29].
La prontezza e la fede della credente e della discepola viene espressa con la proclamazione di Maria come Serva. Maria è la discepola perfetta in quanto condivide i sentimenti più intimi di Cristo. «La risposta della Vergine, raccolta con devozione dallo storico-evangelista, costituisce un esempio luminoso di docile ed intera obbedienza alla volontà di Dio» [30]. Proclamandosi Serva del Signore, con il suo consenso fa proprio l’atteggiamento di Cristo: μορφην δούλου λαβών (Fil 2,7) [31]. Possiamo perciò fare un’analogia tra Cristo e Maria. Cristo, μορφῇ θεοῦ ὑπάρχων (Fil 2,6), sceglie di essere servo μορφην δούλου λαβών [32]. Maria, κεχαριτωμένη, εὗρες γαρ χάριν παρὰ τῷ θεῷ, si dichiara e sceglie di essere δούλη κυρίου [33]. E lo ribadisce ancora nel Magnificat, dichiarandosi di nuovo come serva (cfr. 1,48). Allo stesso modo Lei anticipa i sentimenti e l’atteggiamento di Cristo che viene a fare la volontà di Dio: ἰδού ἥκω τοῦ ποιῆσαι τὸ θέλημά σου (Eb 10,9)[34].
Le parole di Maria preannunciano le parole di Gesù: ὁ υἱός τοῦ ἀνθρώπου οὐκ ἦλθεν διακονηθῆναι ἀλλὰ διακονῆσαι και δοῦναι τήν ψυχην αὐτοῦ λύτρον ἀντὶ πολλῶν (Mc 10,45) [35]. Precisamente è così che Gesù definisce la propria missione e la sua vita è piena di esempi di servizio. Anche in Maria è chiara questa volontà di servire. È probabile che con questa dichiarazione di essere Serva del Signore, San Luca apra un poco il velo della vita intima di Maria precedente a questo episodio: la sua totale donazione fatta molto tempo prima, per ispirazione dello Spirito Santo[36].
Maria è Serva del Signore, ma questo impegno e volontà di servire include anche il servizio al prossimo. Infatti, la Serva del Signore va in fretta ad assistere la sua parente (cfr. Lc 1,39). Così la discepola non soltanto accoglie e ascolta la parola, ma la mette in pratica (cfr. Lc 6,47).
A Gesù e Maria possiamo applicare le parole di vangelo di Giovanni: ἐμόν βρῶμά ἐστιν ἵνα ποιήσω τὸ θέλημα τοῦ πέμψαντός με καὶ τελειώσω αὐτοῦ τὸ ἔργον (Gv 4,34)[37]. «Dunque sia la madre che il Figlio si propongono, come finalità prioritaria e fondante, quella di adeguare la propria persona al disegno di Dio»[38]. In Maria quindi si vede molto chiaramente la stessa volontà di servire. Lei è la discepola che imita perfettamente il Maestro.
Per la santa Vergine, essere Serva del Signore fu un impegno che la condusse gradualmente a imparare l’obbedienza della fede. La religiosità di Maria era quella dei timorati di Dio, come Zaccaria ed Elisabetta che vivevano integralmente secondo la legge di Mosè. Così sarà anche per Maria e Giuseppe dopo l’annunciazione e la nascita di Gesù. Maria apprende lentamente il suo destino, prima dalle parole dell’angelo, poi dai pastori, da Simeone, dal figlio dodicenne[39]. Infine, Maria impara in modo nuovo l’obbedienza al suo Dio e Signore. Dopo aver cresciuto e educato Gesù, che le era sottomesso (cfr. Lc 2,51), Maria entra a far parte di coloro che obbediscono allo stesso Cristo (cfr. Eb 5,9), facendo propri gli stessi sentimenti che furono in Lui (cfr. Fil 2,5). La Santa Vergine è tutta protesa ad obbedire al Figlio venuto a rivelare la volontà del Padre (cfr. Eb 1, 1-3)[40].
CONCLUSIONE
Maria è la donna che ha trovato grazia presso Dio (cfr. 1,28.30.48). In lei Dio ha compiuto grandi cose (cfr. 1,49), Dio l’ha scelta per essere la madre del Signore (cfr. 1,31.35.43) e Lei ha saputo rispondere a questa vocazione divina con una assoluta fede e disponibilità totale al piano di Dio (cfr. 1, 38.45). Lei è la Serva del Signore, rappresenta i poveri di YHWH e l’ideale del discepolo cristiano. Come madre di Gesù (At 1,14) e come credente, Lei è la buona terra che ha accolto la Parola nel suo seno e nel suo cuore e lo ha fatto fruttificare. Perciò è la donna benedetta tra tutte le donne (cfr. 1,42) e tutte le generazioni la chiameranno beata (cfr. 1,48)[41].
I Vangeli e gli altri libri del Nuovo Testamento ci offrono una scarsa informazione sulla persona e sulla vita di Maria. La figura di Maria è descritta nella sua grandezza e nella sua umiltà. Tra i vari elementi, l’evangelista mette in luce la fede di Maria. Maria precede tutti i discepoli di tutti i tempi sulla via della fede, credendo al messaggio dell’angelo nell’Annunciazione, Lei accoglie per prima e in modo perfetto il mistero dell’Incarnazione. Il suo itinerario di credente inizia con il ‘fiat’, che si sviluppa e approfondisce durante tutta la sua vita terrena. Alla sua fede segue la sua piena docilità al piano di Dio, disponibile alla sua volontà come Serva.
Note biografiche:
[1] M. De Santis, “La visita di Maria ad Elisabetta (Lc 1, 39-45)” Angelicum 88 (2011) 25.
[2] Fitzmyer, Luca teologo. Aspetti del suo insegnamento (Queriniana; 1991 Brescia) 51. Questo per notare la considerevole differenza con gli altri evangelisti.
[3] B. Prete “Il genere letterario di Lc 1, 26-38” RStB (1992) 69.
[4] De Santis, “La visita…” 34.
[5] Ci insegna infatti il Concilio Ecumenico Vaticano II, Cost. dogm. Lumen Gentium (21 novembre 1964), AAS 57 (1965) n. 56: «Maria, figlia di Adamo, acconsentendo alla parola divina, diventò madre di Gesù, e abbracciando con tutto l’animo, senza che alcun peccato la trattenesse, la volontà divina di salvezza, consacrò totalmente se stessa quale ancella del Signore alla persona e all’opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione in dipendenza da lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente».
[6] Cfr. J. M. Hernandez Martinez, “La Madre de Jesús, la primera creyente (perspectivas mariológicas del Lc 1-2)”, Eph Mar 34 (1984) 242.
[7] “E benedetta colei che ha creduto al compimento di ciò che le è stato detto dal Signore”.
[8] K. Stock “La vocazione di Maria: Lc 1, 26-38”, Mar 45 (1983) 124.
[9] Cfr. G. Rossé, Il Vangelo di Luca. Commento esegetico e teologico (Città Nuova; Roma 1992) 59.
[10] M. De Santis, “La visita di Maria ad Elisabetta (Lc 1, 39-45)” Angelicum 88 (2011) 25.
[11] Cfr. Giovanni Paolo II, Udienza Generale 3 luglio 1996 [http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/audiences/1996/documents/hf_jp-ii_aud_19960703.html].
[12] “Perché non hai creduto alle mie parole…”
[13] H. Schürmann, il vangelo di luca. Parte prima. Testo greco e traduzione. Commento ai cc. 1,1-9,50 (CTNT; Brescia 1983) 154.
[14] R. Laurentin, I Vangeli dell’infanzia di Cristo (Cinisello Balsamo MI 1985) 216.
[15] Ibid., 217.
[16] Cfr. De Santis, “La visita…” 28.
[17] “Quello che è caduto in un buona terra sono coloro i quali, dopo aver udito la parola, la ritengono in un cuore onesto e buono, e portano frutto con perseveranza”.
[18] «Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
[19] Cfr. Fitzmyer, Luca teologo… 68.
[20] «Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica!»
[21] Giovanni Paolo II, Lett.enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), AAS 79 (1987) n.20.
[22] “Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.
[23] Cfr. Valentini, Maria secondo le Scritture. Figlia di Sion e Madre del Signore (EDB; Bologna 2007) 242-273.
[24] “Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù e con i fratelli di lui”.
[25] Cfr. Fitzmyer, Luca teologo… 110-111.
[26] Giovanni Paolo II, RM n. 27.
[27] Stock, “La vocazione…” 121.
[28] Ibid.
[29] Ibid., 122.
[30] Prete, I quattro… 636.
[31] Cfr. A. Serra, “I vangeli dell’infanzia” RStB (1992) 310.
[32] Fil 2,6: “Essendo in forma di Dio”; Fil 2,7: “Prese forma di schiavo”.
[33] «Piena di grazia» (Lc 1,28); «perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1,30) […] «Serva del Signore».
[34] “Ecco che vengo per fare la tua volontà”.
[35] «Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti».
[36] Cfr. M. A. Fuentes, Comentario al Evangelio de San Lucas (San Rafael 2015) 30 [PDF e-Book].
[37] «Il mio cibo è far la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l’opera sua».
[38] Cfr. Serra, 311
[39] Cfr. O. Da Spinetoli, Introduzione ai Vangeli dell’infanzia (Paideia; Brescia 1967) 103.
[40] Cfr. Serra, 311.
[41] Cfr. Hernández Martinez, “La Madre de Jesús…” 258.
La prima parte dell’articolo nel blog: https://bibbia.vozcatolica.com/2021/03/23/ecco-la-serva-del-signore-annunciazione-lc-1-38/
L’articolo completo (prima e seconda parte) scaricabile in file PDF qui.