LA VERITÀ DI DIO e LO GNOSTICISMO

LA VERITÀ DI DIO e LO GNOSTICISMO [1]

La seguente è stata la presentazione da noi fatta, come chiusura dell’anno accademico 2022-33 nel seminario San Vitaliano Papa, dell’Istituto del Verbo Incarnato (IVE), tenuta (lectio brevis) il  30/6/2023. E’ un riassunto di un capitolo del ultimo libro del fondatore dell’IVE, R. P. Carlos M. Buela, che ci ha lasciato come legato postumo. Pensiamo che il modo migliore di ricordare un ‘illustre defunto’ (l’appellativo è testuale dal Commissario Pontificio nominato dalla Santa Sede per l’IVE, Cardinale Santos de Abril y Castellò), è a partire dai suoi scritti. I commenti indicati sono nostri.

Creazione del astro del giorno e della notte (Gn 1,16) – Abbazia di Monreale (Sicilia)

1. Le due tradizioni

             Nel corso della storia umana esistono, in definitiva, solo due atteggiamenti fondamentali di pensiero e di vita: uno, quello cattolico, che è la tradizione ricevuta da Dio a partire da Adamo, Mosè e Gesù Cristo, il cui insuperabile espositore è stato San Tommaso d’Aquino, e ha avuto il suo zelante difensore e custode nella Santa Chiesa Cattolica nel suo Magistero di tutti i tempi; l’altro, quello gnostico e cabalistico, che è stato la culla degli errori di tutti i popoli, prima nel paganesimo e nell’apostasia del giudaismo, poi in quella dello stesso cristianesimo, verificandosi in modo particolare nel mondo moderno.

            Quest’ultimo trae origine dalla buona tradizione – di cui è caricatura e imitazione – che viene pervertita dalla malizia dell’uomo. Questa tradizione è rappresentata dalle religioni mistiche egiziane, sumere, accadiche, babilonesi, iraniane e indù; la Kabbalah ebraica (esposta nei libri dello Zohar) è la massima espressione della tradizione perversa; i gnostici di tutti i secoli con tutte le sue varianti ed errori da esso derivati[2]; ed altri (come la massoneria, la New Age); lo gnosticismo dei teologi progressisti – K. Rahner, H. Küng -, il catechismo olandese, quello tedesco…, [lo gnosticismo] di Teilhard de Chardin, dei teologi della liberazione, delle teologie pluraliste delle religioni… ecc.

Da queste due diverse e opposte tradizioni derivano due concezioni fondamentali di Dio, del mondo e dell’uomo.

  1. La prima, che pone in definitiva la fonte di ogni bene in un Dio personale e trascendente (Gc 1,17), di fronte alla quale l’uomo e il mondo non sono che creatori di disordine e rovina, e quindi, per essere buoni, hanno bisogno di subordinarsi alla Chiesa, Madre dei popoli.
  2. L’altra che, in ultima analisi, fa dell’uomo e del mondo, nella radice ultima e più profonda del loro essere, qualcosa di divino, di cui Dio non è che un’emanazione. In questa seconda concezione la Chiesa come istituzione non ha ragione di esistere se non come epifenomeno ed emanazione del mondo. Questa è la ragione profonda di molti degli attuali attacchi alla Chiesa.

            Ci sono soltanto due prospettive fondamentali:

  1. La creazione e il fine dell’uomo: Dio.
  2. La redenzione: Cristo.
  3. Santificazione: la Chiesa.

 

 

Dio

Dio personale; spirito puro, prima causa creatrice, libera, personale e provvidente; causa efficiente trascendente, che crea dal nulla. Immanenza di Dio nel cuore dell’uomo e del mondo: ateismo o panteismo
Dio destina l’uomo alla divinizzazione, donandogli per gratia, un destino che lo supera. L’uomo viene divinizzato: è Dio.
 

Cristo

L’uomo, avendo perso questa divinizzazione, può riprenderla aderendo a Gesù Cristo, Dio fatto uomo, che, in virtù della sua passione e morte, gli restituisce questa divinizzazione (per partecipazione). L’uomo si divinizza da solo (Cristo solo indica la via). La salvezza non consiste nel ricevere qualcosa (grazia santificante), ma nel rimuovere i legami del corpo attraverso l’ascesi e l’iniziazione.
 

Chiesa

Esistono necessariamente, in virtù dell’ordine stabilito da Dio, due realtà, una naturale – non salvifica – e una soprannaturale – salvifica-. L’uomo ha due dimensioni, una profana e naturale, l’altra sacramentale (soprannaturale). Non c’è altra dimensione che quella puramente umana e quella del mondo. L’uomo non ha bisogno della Chiesa, non almeno di una Chiesa che si sappia distinguere dal mondo.
La Chiesa (fondata dall’uomo come mezzo di salvezza) esiste come istituzione al di fuori e al di sopra del mondo, in virtù dei meriti di Gesù Cristo. Non esiste una società trascendente all’uomo stesso e il mondo.

È difficile determinare l’essenza dell’errore del sistema di pensiero gnostico cabalistico, ma sempre si finisce ricadendo in esso se si parte dalla negazione di un Dio personale e perfettissimo, che crea all’uomo dal nulla per un atto personale e libero. Possiamo vedere alcune delle note più significative:

2. Note dominanti della tradizione perversa

1) La totalità di una singola sostanza: Sono i sistemi che abbracciano la totalità di Dio, del mondo e dell’uomo. Non lasciano nulla al di fuori di quella totalità, cercando di spiegare tutto con essa. La stessa corrente fondamentale dell’essere attraversa tutti gli esseri dell’universo, salendo o scendendo, ma senza rompere la continuità fondamentale tra tutti. Per questo motivo, si tratta di sistemi emanatisti e univocisti.

L’atto creativo e assolutamente libero da un Dio personale, come crediamo, non stabilisce, in essi, una rottura tra la sfera di Dio e la sfera della creatura. Si può passare senza interruzioni da una sfera all’altra; sono realtà omogenee. Per lo stesso motivo, [per loro e per questo tipo di pensiero] non c’è nemmeno rottura o discontinuità tra la sfera del bene e quella del male (quest’ultimo è un bene imperfetto e incompiuto: R. Guenon; Teilhard de Chardin, Cabala, moralisti gradualisti, proporzionalisti, Häring, ecc.)

2) Un’emanazione evolutiva dell’essere. Se non si vuole accettare il libero atto creativo, come fa sì la Cabala che i sistemi gnostici, non c’è altro modo di spiegare il nuovo essere se non con un’emanazione di questo essere preesistente. La stessa sostanza, numericamente, è quella che si sviluppa. Non compare un nuovo essere, se non solo dal punto di vista fenomenico e non ontologico, magico e non reale.

3) Questa emanazione può essere intesa come in una via di discesa (antichi sistemi gnostici) o come in via di ascesa (Hegel o Teilhard).

4) L’emanazione deve partire, ad ogni modo, da un primo Essere sussistente: Allora, questo: 1°) è il primo Essere, Atto puro, esistente prima del processo evolutivo; o 2°) è un essere a farsi.

– 1°): Il primo caso è il Dio della tradizione cristiana, che contiene infinitamente le perfezioni di un Essere che è puro spirito, creatore, libero, personale, provvidente e trascendente, e che, per eccesso di bontà e libertà crea il mondo finito, non dalla sua sostanza, ma semplicemente dal nulla, ex nihilo sui (forma) et subiecti (materia), cioè totalmente dal non-essere assoluto.

– 2°): Se non accettiamo questo primo caso, cadiamo in un primo essere che è un dio in divenire e da cui il mondo emana come necessità. Per questo la Cabala, così come i sistemi gnostici (Hegel e lo stesso Teilhard) implicano un’evoluzione di Dio, dall’indeterminato al più determinato. Non essendo un Essere Sussistente, si caratterizza come un essere indeterminato che, nel limite, si avvicina al Nulla. Teilhard lo chiamava Nulla positivo preesistente, o Nulla creabile, o Manifesto puro, tutti nomi che implicano una contraddizione. Infatti, se non è nulla, non può essere positivo. L’indeterminato puro è nulla, e il nulla non ha alcuna qualità che lo determina e perfeziona. Se non c’è l’Essere sussistente o Atto puro, come l’Essere più perfetto e personale, non può esserci assolutamente nulla. San Tommaso ha dato la ragione definitiva quando afferma che ” è necessario che il primo ente sia in atto e in nessun modo in potenza”[3].

5) Il dio evolutivo contiene una contraddizione essenziale della tradizione malvagia secondo cui “il più” esce dal “meno”. In realtà, il più non può nascere dal meno, né l’atto dalla potenza. San Tommaso è quello che chiarisce che definitivamente non può essere così[4]. Qui sta la contraddizione essenziale di “un dio in divenire”, sia nella Cabala che nei sistemi gnostici. Un dio in divenire è un dio che acquisisce perfezioni che non aveva e che, quindi, vengono dal nulla. Il principio logico e ontologico di non contraddizione viene semplicemente negato.

6) Il mondo e l’uomo sono trasformati in un “dio totalizzato” superiore a Dio stesso. Il dio manifesto è superiore al dio non manifestato; il dio emanato è superiore al dio non sviluppato (…) L’umanità è dio sviluppato nella pienezza delle sue virtualità. Questa è una conseguenza diretta del rifiuto della Creazione. Se si rifiuta la Creazione e con essa la creazione della creatura, un essere puramente partecipativo e dipendente, si fa del mondo e dell’uomo una realtà emanata dalla sostanza divina che completa e perfeziona Dio stesso…

7) Questa idea di un’emanazione totale che si evolve in un Dio che culmina nell’umanità può essere espressa dall’immanenza assoluta di Dio nel mondo. Non vogliamo ammettere l’idea di un Dio che è Signore del mondo e della storia, che crea il mondo con un atto di volontà propria e che un giorno lo sottoporrà al giudizio. Dio è nel mondo ed è un tutt’uno con il mondo stesso *[per questo si permettono il lusso di “giudicare Dio”, aggiungiamo noi, di dire quando Dio è giusto e quando no, quando è misericordioso e quando no, di dire che deve adattarsi al tempo, al “nostro tempo”, e lo stesso per la chiesa). O il mondo esce da Dio per emanazione, o Dio si costruisce nelle viscere del mondo. In entrambi i casi l’immanenza di Dio con il mondo è stretta e totale. La trascendenza è ugualmente esclusa…

8) Un altro modo di esprimere questo emanatismo totale è quello di rifiutare ogni estrinsecismo e di affermare che Dio è intrinseco all’umanità. Infatti, se Dio è assolutamente intrinseco, o è dentro l’umanità, forma con essa un insieme solidale (fraintendendo così la Grazia e i doni). La grazia e la vocazione soprannaturale dell’uomo alla gloria sono da escludere come doni puramente gratuiti, come doni che vengono dall’esterno dell’uomo. Una sorte di pelagianismo, diffuso nel mondo e nella chiesa.

10) In questo emanatismo totale scompaiono le opposizioni di materia e spirito, natura e grazia, bene e male, sì e no: è una caratteristica tipica, dalle volte affermata da professori e teologi -perfino di università pontificie- di modo esplicito. Lo troviamo in tutte le forme di modernismo e progressismo, dove si rifiuta di distinguere tra il naturale e soprannaturale, a decapito del soprannaturale. Anche la diversità essenziale tra gli esseri non può essere stabilita. L’evoluzione della sostanza divina avviene a spese di una contraddizione essenziale racchiusa in essa.

11) Perciò la Cabala e i sistemi gnostici terminano con una totale unificazione di tutte le religioni, razze, popoli e culture. Queste differenze di sincretismo religioso e di irenismo e la scomparsa di tutte le differenziazioni, soprattutto religiose, è una nota distintiva di ogni movimento cabalistico e gnostico, e di tutti i movimenti esoterici e massonici (ecco perché la Chiesa è tanto contraria… e noi con essa…). [Ecco perché cercano di creare, in definitiva, una sola religione mondiale, sfigurando la missione della Chiesa il più che si può].

12) Questi sistemi richiedono un’unica dimensione di natura e grazia, ragione e rivelazione, filosofia e teologia, Chiesa e mondo. In questo modo, si deve favorire prima un movimento di uguaglianza tra il mondo e la Chiesa, e poi la fusione della Chiesa con il mondo, e con essa la secolarizzazione, desacralizzazione e laicizzazione. Un mondo unificato, dove la Chiesa perde la sua trascendenza di fronte al mondo [non ha gravitazione né peso, né importa la sua presenza o attività. Ed è appunto questo quello che cercano i teologi, professori e vescovi progressisti, se fate caso. Una chiesa sfigurata e che non sia di impiccio, soprattutto nella sua missione salvifica].

13) Facendo di Dio, dell’uomo e del mondo un’unica dimensione, tutto è divino o puramente umano, tutto è spirito o puramente materia, tutto è sacro o puramente secolare (panteismo, positivismo, hegelianismo, materialismo). [Oggi si tende di più al solo umanesimo e secolarismo].

15) E si stabilisce un’unica dimensione ontologica di Dio, del mondo e dell’uomo: non c’è salvezza per l’uomo se non nell’uomo stesso. I sistemi gnostici rifiutano questa nozione di redenzione dall’esterno dell’uomo stesso (non c’è un redentore dal di fuori, Gesù Cristo). Ammettono solo i “grandi iniziati” come paradigmi ed esemplari di ciò che deve essere realizzato in ogni singolo uomo [perfino in laici o religiosi mondanizzati, che alzano qualche figura di moda benché c’è la moda, o quelli che si rifanno esclusivamente alla causa dei poveri, ecc., ma in pratica non fanno un vero servizio dei poveri; li fanno più poveri e anche schiavi dalle ideologie].

16) Rifiutano un Dio personale.

17) La scienza moderna è orbitata attorno a una filosofia gnostica. Essi rifiutano la via per arrivare razionalmente a Dio. Queste necessariamente, rifiutando la via razionale a Dio, portano a una spiritualità e a una pastorale irrazionali, come si può vedere in molte omelie e azioni pastorali  [parlare solo e di modo vuoto, di “camminare, essere insieme, volerci bene”, ecc., no nel modo in che lo dicevano Sant’Agostino, dentro di un contesto e con un significato specifico. Questi invece, utilizzano questi termini in qualsiasi momento e di modo vuoto, svuotandoli di significato].

18) I nuovi teologi non sopprimono la teologia perché non ha un oggetto proprio, dato che Dio non esiste, ma la mettono al servizio della secolarizzazione: [Usano la teologia per i loro scopi].

19) Propongono la città felice; [che poi non raggiungono]. 

20) La Cabala e i sistemi gnostici costruiscono la Città del Superuomo: Lavorano per l’erezione dell’uomo come sintesi dell’unificazione di Dio e del mondo:

[Agenda 2030, dove si dovranno distruggere tutte le differenze di creazione con una nuova educazione, favorire l’Intelligenza artificiale per annullare l’uomo e cambiare il mondo, inversione di sessi, gender, ecc.].      

R. P. Carlos M. Buela (1941-2023), fondatore dell’IVE – In memoriam

[1] Riassunto del cap. 21 del libro: C. M. Buela, El Señor es mi Pastor: Memoria y profecía, ed. Personal, 269-283. (cap. 21: La Gnosi: il dramma di questo tempo). Il padre utilizza il famoso libro del sacerdote argentino R. P. Julio Meinvielle, De la cábala al progresismo, ed. Calchaquí, Salta 1970, pp. 418-429. Ance l’edizione curata, revisata da R. P. Arturo Ruiz Freites IVE, EDIVI
Segni (Roma) 2013, pp. 407-417.

[2] Si aggiunge una lunga lista: il manicheismo; l’arianesimo; gli albigesi; i templari; Giov. Scoto Eriugena; Gioacchino da Fiore; Pico della Mirandola; G. Reuchlin; J. Boehme; Baruch Spinoza; G. W. Leibniz; E. Fichte; F. Schelling e G. W. F. Hegel (il più grande rappresentante del pensiero moderno); l’esoterismo; le dottrine e gli yoga indù moderni (le Upanishad e i Veda, ecc.); l’occultismo, il teosofismo, il Rosa crocianismo, lo spiritismo, l’astrologia, il magicismo, il luciferianesimo, ecc. Marx; A. Schopenhauer; F. Nietzsche; S. Freud; K. Jung; M. Heidegger).

[3] Tommaso di Aquino, Summa Theologiae, I, 3, a.1.

[4] “Sebbene infatti in un identico e determinato essere che passa dalla potenza all’atto, la potenza possa essere prima dell’atto in ordine di tempo, pure, assolutamente parlando, l’atto è prima della potenza, perché ciò che è in potenza non passa all’atto se non per mezzo di un essere già in atto” (cfr. S. Th., I, 3, a.1).

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