UN’ACROPOLI e un TRONO CONTESO: PERGAMO

UN’ACROPOLI e un TRONO CONTESO: PERGAMO

Pergamo – Teatro di Dionigi e Acropoli

La storica città di Pergamo (oggi distretto e città di Bergama, nell’attuale Turchia) era una delle grandi città elleniche dell’antichità e, insieme a Efeso, la più nota e famosa della penisola anatolica. È anche il nome di una delle sette chiese nominate nel libro dell’Apocalisse (Ap 2, 12-17), alla quale per due volte l’evangelista dice: “So che abiti dove Satana ha il suo trono” (2, 13), e afferma che rimane fedele: “tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede”, anche in circostanze difficili, pure quando soffrirà qualche rimprovero a causa di certi atteggiamenti (vv. 14s.).

  1. Storia

Secondo la leggenda, la città fu fondata da Pergamos, figlio di due eroi della guerra di Troia. Nel 560 a.C. la città apparteneva a Creso, re della Lidia, e successivamente passò sotto il dominio di Ciro II di Persia. Quando Alessandro Magno sconfisse Dario III, re dei Persiani, dominando tutta l’Asia Minore, nominò governatore di Pergamo Barsine, vedova di un comandante persiano di Rodi. Lisimaco, generale di Alessandro Magno a cui fu assegnata la regione occidentale dell’Anatolia, pose come governatore della città e custode dei suoi tesori, Filetero o Filetaro (283 – 263 a.C.), che sebbene non divenne mai re, fondò una dinastia che rimase fino al 129 a.C.

Nel 281 a.C. ebbe luogo uno scontro tra Lisimaco e Seleuco I Nikator (della dinastia seleucide che regnava ad Antiochia in Siria), nel quale Lisimaco perse la vita. Filetero si dimostrò un docile vassallo dei re seleucidi, ma nel 280 a.C. Seleuco fu assassinato e gli succedette suo figlio Antioco I Soter. Filetero approfittò del cambiamento per dichiarare indipendente l’intero territorio di Pergamo, cessando così di far parte del regno seleucide, anche se questo passo fu compiuto propriamente sotto il governo di suo nipote e successore, Eumene I (263 – 241 a.C.), che con l’appoggio della dinastia egiziana dei Tolomei riuscì a rompere i legami con Antioco I.[1] Eumene abbellì la città, ed è ricordato anche per aver fondato la biblioteca che sarebbe diventata la seconda del regno ellenistico dopo quella di Alessandria. Promosse anche la cultura accogliendo alla sua corte intellettuali di fama, come i filosofi Licone e Arcesilao.

Sotto il suo successore, Attalo I (241-197 a.C.), la città esercitò l’egemonia su gran parte dell’Asia Minore occidentale. Il sovrano si rifiutò di pagare il tributo ai Galati, una tribù celtica stanziata nell’area dell’Asia Minore che aveva fondato il regno di Galazia, alleato di Antioco III Seleucida. Insieme ad Antioco, i Galati mossero guerra ai Parti, ma furono sconfitti nel 240 a.C. a Mysia. In seguito a questa vittoria, Attalo I rivendicò il titolo di re. Pergamo riuscì così ad annettere molti territori seleucidi in Asia Minore. Nel 232 a.C., Attalo I riuscì a liberare le sue terre dalle incursioni celtiche ed ebbe diverse guerre con i Seleucidi, con alterne fortune. La svolta avvenne nel 205 a.C., quando si alleò con i Romani, ai quali rimase fedele durante le prime due guerre macedoni. Il regno di Pergamo e la città fiorirono grazie a questa alleanza.

Altare di Zeus nel museo di Pergamo a Berlino (Germania)

Sotto Eumene II (197-159 a.C.), figlio di Attalo I, il regno si espanse ulteriormente. Protesse le arti e la cultura, erigendo il famoso Altare di Zeus. Contribuì a scatenare la guerra tra Roma e Antioco III e la sua alleanza con i Romani lo portò a ottenere numerosi possedimenti territoriali in Anatolia, strappati al dominio seleucide, rendendo il suo regno uno dei più potenti dell’Asia Minore (anche se controllato dal Senato romano). In questo periodo la rivalità tra le biblioteche di Alessandria d’Egitto e di Pergamo divenne così grande che venne posto un embargo sui papiri provenienti dall’Egitto. A seguito di questo embargo, l’antica tecnica orientale di scrittura su pelle fu perfezionata a Pergamo, tanto che il prodotto risultante è stato chiamato “pergamena”.[2]

Pergamo divenne una grande potenza dopo la pace romana di Apamea (188 a.C.), stipulata tra la Repubblica romana e Antioco III, che vide la cessione a Pergamo dei territori a ovest del Tauro. Ci sono numerosi decreti di Roma che difendono l’alleato pergameno.[3] L’alleanza con i Romani si consolidò ulteriormente sotto Attalo II (159-138 a.C.). Dal 138 a.C. al 133 a.C. regnò Attalo III, che lasciò il suo regno in eredità al popolo romano, sebbene il controllo di Roma sulla città fosse effettivo dall’88 a.C., quando Mitriade, sovrano di Pergamo, fu sconfitto dai Romani.

Sotto il controllo romano, Pergamo divenne la capitale della provincia romana dell’Asia Minore e una delle città più importanti dell’antichità. Si è affermata sotto Augusto. Plinio il Vecchio la definisce la città più importante della provincia e l’aristocrazia locale continuò a raggiungere i più alti livelli di potere nel I sec. d.C.[4] Sotto Traiano e i suoi successori la città fu sottoposta a una completa riprogettazione e rimodellamento, con la costruzione di una “città nuova” romana alla base dell’Acropoli. Nel 123 Adriano elevò la città al rango di metropoli, superando così le rivali locali, Efeso e Smirne. Divenne una città pienamente cosmopolita, un luogo di incontro culturale dell’Impero romano, un centro pagano di antiche divinità, dove si trovava il trono di Zeus. Durante il periodo della conversione di ebrei e gentili al cristianesimo, la predicazione cristiana minò le credenze pagane della società romana, rivelando che la venerazione di immagini e divinità che non erano dèi era abominevole davanti al loro Dio e meritava il giudizio divino. Il libro dell’Apocalisse, come abbiamo detto, menziona Pergamo come un luogo dove la dottrina di Balaam e l’insegnamento dei Nicolaiti sono tollerati. Il declino della città avvenne durante la cosiddetta “crisi del III secolo” (d.C.), aggravata da un devastante terremoto nel 262.

  1. Assetto e sviluppo della città

    Schema e mappa dell’antica Pergamo – con i diversi livelli

La città è costruita su una grande collina a forma di sperone orientata verso ovest (335 m sul livello del mare nel punto più alto), che degrada verso sud formando una serie di terrazze. La città è stata costruita su questo ripido pendio e si è formata su tre livelli sovrapposti:

  • La città bassa, oggi sepolta e coperta dall’attuale città di Bergama. Spiccano i resti della Basilica Rossa e del Ponte di Pergamo.
  • La città di mezzo, che ha conservato le antiche mura dell’epoca di Attalo I. Tra gli edifici più notevoli vi erano i ginnasi, costruiti su 3 terrazze, e il santuario di Demetra, commissionato da Filandro.
  • La città alta, l’acropoli, fu designata come città religiosa, residenziale e militare. Fu costruita intorno al teatro, dietro il quale si trovavano il santuario di Atena Nikephoros (colei che conduce alla vittoria), a cui la città era stata consacrata, e la biblioteca. A nord si trovava il palazzo reale, molto semplice, con caserme e un arsenale. A sud si trovava il grande altare di Zeus, che a sua volta dominava l’agorà.
  1. Altare di Zeus; Tempio di Traiano. Vita cristiana

Tempio di Traiano a Pergamo

Le due opere più monumentali dell’Acropoli di Pergamo sono l’altare di Zeus (di cui rimangono solo tracce sul sito, l’originale si trova nel Museo di Pergamo a Berlino), una costruzione gigantesca alta 2,5m e lunga 120m, che rappresenta la Gigantomachia, la vittoria degli dei dell’Olimpo contro i giganti.

È probabilmente a questo altare molto speciale che si riferisce l’Apocalisse 2, 12-13, quando afferma: All’angelo della Chiesa che è a Pèrgamo scrivi: “Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli. So che abiti dove Satana ha il suo trono”. Tuttavia li conforta dicendo che mantengono il loro nome senza rinnegare Gesù, e Giovanni ricorda anche Antipa, un martire, che viveva lì, di cui dice: “il mio fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di Satana” (2,13).

In epoca cristiana divenne un’importante diocesi, nota come Adramitium – Pergamo.[5] Il suo primo vescovo fu Gaio (santo), scelto direttamente da San Giovanni, come si evince dalla sua terza lettera (1-6). Il menologio greco del 13 ottobre ricorda il martire Carpo, morto al tempo delle persecuzioni sotto l’imperatore Decio.[6] Diversi vescovi di Pergamo (e poi di Adramitium) sono noti da fonti letterarie e sigillografiche, molti dei quali hanno partecipato ai concili ecumenici e ad altre grandi assemblee di vescovi del patriarcato, mentre altri sono conosciuti grazie al ritrovamento dei loro sigilli episcopali.[7] Eladio partecipò al Concilio di Efeso del 431. Flaviano fu uno dei vescovi che parteciparono al Concilio di Efeso II del 449, dove il monaco Eutichio fu riabilitato e il patriarca Flaviano di Costantinopoli fu condannato. Dal Concilio di Nicea (325), Pergamo e Adramitium fecero parte della provincia ecclesiastica (esarcato) di Efeso. Dal Concilio di Calcedonia (451) in poi divenne parte di Costantinopoli.

  1. L’Asclepion

Via Tekta verso l’Asclepion

Le rovine dell’Aesclepion si trovano a 3,5 km dalla città, a ovest.

Una strada con portici su entrambi i lati (via Tecta), in gran parte scavata, conduceva al famoso santuario di Asclepio, che conserva diversi edifici del II secolo d.C. (propilei, tempio di Asclepio, edificio per le guarigioni in cui appariva il dio guaritore, un teatro). A Pergamo si sviluppò il culto di Asclepio, che si diffuse poi in altre regioni del mondo ellenistico (fino a Roma). Era una divinità associata a Zeus, al punto tale che il prefisso soter (salvatore), convenzionalmente usato per Zeus, fu unito al nome di Asclepio a Pergamo.

           Asclepio o Esculapio (greco Ἀσκληπιός, traslitterato Asklēpiós; latino Esculapius) è un personaggio della mitologia greca. Figlio di Apollo e Arsinoe secondo Esiodo, o di Apollo e Caronide secondo Pindaro, semidio e quindi uomo mortale per Omero, si dice che sia stato istruito in medicina dal centauro Chirone, o che abbia ereditato questa proprietà dal padre Apollo. In seguito divenne il dio della medicina, come suo padre, essendo una divinità molto venerata dal popolo, in quanto benevola con i malati.

 

Pergamo – L’Asclepion

L’edificio, dedicato al dio della medicina, fu fondato dal poeta Archias, in segno di gratitudine per le cure ricevute a Epidauro (Grecia). Era decorato da un bassorilievo con i serpenti che simboleggiano Asclepio. Nelle vicinanze si trovava il tempio del dio della medicina Telesforo, figlio di Asclepio, oltre a Panacea e Igea. Qui si incontravano gli studiosi di medicina, e funzionava sul posto anche una scuola per medici. Galeno diede un grande contributo alla grandezza di questo tempio: nacque nel 131 molto vicino a questo luogo; studiò ad Alessandria e fu medico dei gladiatori e poi dell’imperatore romano Marco Aurelio Antonino nel 162.

 

Il posto merita sicuramente una visita, oltre al ricordo di essere una delle sette chiese dell’Apocalisse (la terza in ordine di menzione).

 

[1] Strabone racconta questo evento in dettaglio: “Filetero aveva due fratelli, Eumene, il maggiore, e Attalo, il minore. Eumene ebbe un figlio con lo stesso nome, che ereditò Pergamo; era già signore delle regioni circostanti e vinse una battaglia presso Sardi dove combatté contro Antioco, figlio di Seleuco” (Strabone, XIII, 4,2).

[2] Irene Vallejo, El infinito en un junco; ed. Siruela 432021, p. 79.

[3] Cf. Apiano, Libro Macedónico 4, 2-3.

[4] Cfr. Plinio il Vecchio, Naturalis historia, 5. 126.

[5] Nel libro degli Atti degli Apostoli (27,2) si legge che Paolo salpò dal porto di Adramitium.

[6] Lo stesso martire è ricordato nel Martirologio Romano (13 aprile) come vescovo di Thyatira, non di Pergamo.

[7] Destephen, Prosopographie du diocèse d’Asie, 435.

Breve video su Pergamo: eccolo qui.

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