APOSTASIA, L’ANTICRISTO e i suoi SEGNALI – Scrittura, Tradizione, Magistero

Alla fine dell’anno liturgico, solennità di Cristo Re, il vangelo recurrente è quello della venuta in gloria del Figlio dell’Uomo – Gesù stesso – per giudicare i buoni e i cattivi e per istaurare il suo regno in modo definitivo. Le segnali del quale lo stesso Signore ha detto che dovranno precedere la sua venuta in gloria, passano soprattutto per la grande apostasia della Fede, e l’apparizione del figlio della perdizione, chiamato normalmente Anticristo. Vediamo, in un breve e piccolo studio quali siano i rassegnamenti della Scrittura, della Tradizione, e del Magistero al riguardo.

Luca Signorelli (1450 – 1523) – Predica e punizione dell’Anticristo – Cappella San Brizio, duomo di Orvieto, (Italia)

APOSTASIA, L’ANTICRISTO e i suoi SEGNALI

Molte persone, vedendo quanto sia confusa e pericolosa la situazione che oggi viviamo, sia nel mondo che nella Chiesa stessa, dove sembra che manchi spesso quella chiarezza e quella volontà di guidarla lungo il percorso puro e semplice tracciato dal suo celeste fondatore, si interrogano sulla possibilità che viviamo gli ultimi momenti della storia, e di conseguenza di saper riconoscere i segni che devono apparire.

Intendiamo quindi, ricordare alcune delle verità rivelate sugli eventi degli ultimi tempi. In particolare, seguiamo in gran parte un piccolo lavoro che ha già più di un secolo di vita e che ci presenta la questione di modo ordinato e sistematico.[1] Ci presenta, in primo luogo, i riferimenti che corrispondono alla fonte originale dove i cosiddetti annunci sono stati rivelati: vale a dire, la Sacra Scrittura; in seguito i luoghi o le citazioni del Magistero ecclesiastico che le presentano e spiegano, soprattutto dall’inizio del XX secolo. Seguirà un’esposizione delle certezze che dobbiamo avere su ognuna di queste verità, e poi degli aspetti che dobbiamo considerare dubbi o non sicuri.

Per quanto riguarda i segni che dovrebbero precedere la seconda venuta di Cristo nella gloria, conosciuta con il nome di Parusia, questi sono descritti in parte nel cosiddetto discorso escatologico di Gesù, che si trova nei tre Vangeli sinottici (Lc 21,8-36; Mt 24,4-51 e Mc 13,5-36), e anche, in modo più sistematico, in alcune lettere di San Paolo. Tra questi, la secondo ai Tessalonicesi merita una menzione speciale.

La Chiesa di Tessalonica si trovava nel disordine; alcuni falsi dottori avevano sparso che il mondo stava per finire. L’apostolo S. Paolo, fondatore di quella chiesa, avendo saputo questo turbamento delle anime, prese allora la penna e, in una lettera rimasta celebre (II ai Tessalonicesi), li rassicurò in questi termini: “Noi vi preghiamo, o fratelli, per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo, e per l’adunamento nostro con lui, che non vi lasciate sì presto smuovere dai vostri sentimenti, né atterrire, o dallo spirito, o da ragionamento, o da lettera come scritta da noi, quasi imminente sia il dì del Signore. Nessuno vi seduca in alcun modo; ciò non sarà se prima non sia seguita l’apostasia e non sia manifestato l’uomo del peccato, il figliuolo di perdizione” (2Ts 2, 1-3).

La calma tornò in quella chiesa, ma i due annunzi erano stati fatti dall’Apostolo anche per istruzione dei secoli futuri: cioè che la fine del mondo non sarebbe avvenuta so prima non fosse seguita l’apostasia e non fosse comparso l’Anticristo o l’uomo del peccato. Dunque prima l’apostasia e poi l’Anticristo.

  1. L’Apostasia

                Apostasia è un termine greco (ἡ ἀποστασία) proveniente del verbo apostassō, con il significato di “mettere da parte”, “separare”. Il significato del termine è: defezione, partita, separazione, rivolta. A partire di quell’origine e seguendo nella stessa direzione, passa a designare: Abbandono e defezione totale della Fede.

L’Apostasia profetata da San Paolo è stata ricordata da diversi Pontefici dalla fine del secolo XIX, specialmente da Leone XIII e San Pio X. Non si tratta, infatti, sia nel linguaggio dell’Apostolo, sia in quello dei Romani Pontefici, di un’apostasia, cioè di una defezione parziale, limitata, ma, secondo l’espressione energica del greco, l’apostasia!, scritta coll’articolo definitivo, designa l’apostasia per eccellenza, consistente nella defezione delle nazioni e di un gran numero di cristiani, che si separeranno apertamente dalla Chiesa e da Gesù Cristo.

Cosiddetta apostasia, i due Papi già menzionati ce la mostrarono in marcia. Leone XIII cominciò col denunziarne gli autori, additarne lo scopo, i mezzi impiegati, le tappe percorse. Gli autori sono il Principe del mondo, Satana, e, sotto il suo governo, la setta perversa del Framassoni, nemica di Dio. Il fine è la distruzione delle istituzioni cristiane, la religione degli avi rigettata, la ricostituzione degli Stati sulle basi del naturalismo pagano.

               I mezzi impiegati sono la ragione umana eretta in sovrana e senza legge, la soppressione d’ogni insegnamento cristiano, l’estinzione degli Ordini e Istituti religiosi, l’assoggettamento dei sacerdoti fedeli, la separazione della società civile dalla Chiesa.[2]

Tutto questo possiamo vederlo oggi più pateticamente realizzato e portato all’estremo, poiché è lo stesso diritto naturale il che viene attaccato: con l’infanticidio programmato (aborto), lo sterminio degli anziani e delle persone considerate inutili o improduttive, la perversa ideologia del gender che vuole sovvertire l’ordine naturale, chiamando “unioni civili” o matrimoni ciò che non lo è, cercando di annullare le stesse differenze naturali con un’educazione totalmente uniforme che non riconosce le differenze sessuali. Si cerca anche di far scomparire completamente l’insegnamento cristiano, non solo dalle scuole bensì dalla famiglia stessa, per distruggere, intervenendole fino a renderle sterili, le congregazioni religiose che portano frutto, lasciando invece in pace quelle corrotte e che non hanno più Fede, poiché queste si estinguono comunque da sole. L’intenzione è quella di rendere il clero e i religiosi, tributari non già dello stato o del sistema, ma della cultura e delle norme del mondo, e di perseguitare ferocemente coloro che non si lasciano colonizzare, soprattutto con la calunnia, l’ostracismo, persino privandoli, se possibile, del loro ministero e della loro azione pastorale.

Questo va pure segnalato dal Catechismo della Chiesa cattolica [675]: “Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti (cfr. Lc 18, 8; Mt 24, 12). La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra (cfr. Lc 21, 12; Gv 15, 19-20) svelerà il «mistero di iniquità» sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica sé stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne” (cfr. 2 Ts 2, 4-12; 1Ts 5, 2-3; 2 Gv 7; 1 Gv 2, 18.22).

Alcuni di questi testi sono:

“Avete udito che l’anticristo deve venire, e ora molti anticristi sono già sopraggiunti” (1 Gv 2, 18).

“Ogni spirito che non confessa Gesù non è da Dio. Ma questo è lo spirito dell’anticristo, del quale avete sentito che deve venire, anzi è già nel mondo” (1 Gv 4, 3).

“Molti seduttori si sono introdotti nel mondo, i quali non confessano che Gesù Cristo è venuto nella carne; questi tali sono il seduttore e l’anticristo” (2 Gv 1, 7).

  1. L’Anticristo

               Dai testi presentati deduciamo che la cosiddetta apostasia finirà nell’Anticristo. Come abbiamo visto, il termine come tale appare nelle lettere di Giovanni, ma coincide fondamentalmente con ciò che la lettera ai Tessalonicesi di San Paolo delinea come uomo di peccato o iniquità e i testi di Daniele e dell’Apocalisse presentano come la Bestia.

Ci sono infatti tre ritratti principali di questa figura, che coincidono nei caratteri basici e si complimentano a vicenda:

a) Daniele 7, 1-26: Egli mi disse: “La quarta bestia è un quarto regno sulla terra, diverso da tutti i regni, che divorerà tutta la terra, la calpesterà e la frantumerà. Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno da questo regno; e dopo quelli, sorgerà un altro re, che sarà diverso dai precedenti e abbatterà tre re. Egli parlerà contro l’Altissimo, esaspererà i santi dell’Altissimo, e si proporrà di mutare i giorni festivi e la legge; i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà d’un tempo. Poi si terrà il giudizio e gli sarà tolto il dominio; verrà distrutto e annientato per sempre”.

I Padri, e specialmente S. Ireneo, Teodoreto, Lattanzio, S. Girolamo, i commentatori moderni, Maldonato, Cornelio a Lapide, Calmet, ecc., e parecchi esegeti contemporanei, cattolici e protestanti, han veduto con buona ragione qui descritta la figura dell’Anticristo. Il corno è il simbolo della forza e della potenza. Presso alcuni animali esso costituisce la grand’arma offensiva e difensiva.

b) Apocalisse 13, 1-8: “Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e sulle teste nomi blasfemi. La bestia che io vidi era simile a un leopardo, i suoi piedi erano come quelli dell’orso e la bocca come quella del leone. Il dragone le diede la sua potenza, il suo trono e una grande autorità. E vidi una delle sue teste come ferita a morte; ma la sua piaga mortale fu guarita; e tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla bestia; e adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla bestia; e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di lei?» E le fu data una bocca che proferiva parole arroganti e bestemmie. E le fu dato potere di agire per quarantadue mesi. Essa aprì la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome, il suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo. Le fu pure dato di far guerra ai santi e di vincerli, di avere autorità sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione. L’adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello che è stato immolato”.

In questo secondo ritratto l’Anticristo è rassomigliato ad una Bestia mostruosa. Non si può dubitare, infatti, che questa bestia, munita di tutta la potenza di Satana e adorata con lui, non sia la figura dell’Anticristo. Tale è stato il sentimento comune dei commentatori cristiani, dai tempi antichi sino a noi. L’uso dell’espressione «la bestia» mostra che, in questo personaggio, il carattere bestiale dominerà, al posto dei sentimenti umani. Si aggiunge: “L’angelo mi disse: Le sette teste sono i sette monti, sopra dei quali siede la donna, e sette sono i re (o imperi). Cinque caddero, uno è, e l’altro non è ancora: e, venuto che sia, deve durar poco” (Ap 17, 9-10). Tutta la malizia di tutti i regni perversi della storia sarà incarnata in un unico personaggio.[3]

Luca Signorelli – Risurrezione della carne (duomo di Orvieto)

c) 2 Ts 2, 3-12: “Quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino a sedersi egli stesso nel tempio di Dio, dichiarando se stesso Dio (…) Ora sapete ciò che lo trattiene, in modo che si manifesti nell’ora sua. E allora sarà manifestato l’empio, che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta. La venuta di quell’empio avrà luogo, per l’azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo d’inganno e d’iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all’amore della verità per essere salvati. Dio manda loro una potenza d’errore perché credano alla menzogna; affinché tutti quelli che non hanno creduto alla verità ma si sono compiaciuti nell’iniquità, siano giudicati”.

St. Agostino non ha dubbi che qui si parli dell’Anticristo.[4]

  1. Persona, regno, persecuzione e fine dell’Anticristo

                Esistono delle certezze al riguardo, che possiamo sistematizzare nel seguente modo:

1 – L’Anticristo sarà una prova per i buoni, ma un castigo per gli empi e gli apostati (Ap 13,8: Le fu pure dato di far guerra ai santi e di vincerli; 2Ts 2,11: A danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all’amore della verità per essere salvati).

2 – L’Anticristo sarà un individuo, un uomo: Sarà un vero individuo, una persona, che sorgerà, è vero, in un’epoca forse di ateismo e di perverse sette, ma, pur ritenendo legami stretti con queste sette e centro di ateismo, non lascerà d’essere una persona, un individuo “avente gli occhi di un uomo ed una bocca che proferiva grandi cose e bestemmie” (Dan 7, 8. 20; Ap 13, 5).[5]

3 – L’Anticristo non sarà Satana incarnato, né un demonio sotto apparenza umana, ma un membro della famiglia umana, nient’ altro che un uomo: “L’uomo del peccato” (2Ts 2, 3). Sarà ispirato da Satana e sarà come il suo strumento; Satana sarà il suo consigliere e il suo ispiratore invisibile; gli darà il suo appoggio, ma non sarà l’Anticristo egli stesso.[6]

4 – L’Anticristo sarà un seduttore per certe sue qualità personali: “Questo corno aveva occhi quasi occhi d’uomo e una bocca che spacciava cose grandi” (Dan 7, 8. 20). – “E fu data alla bestia una bocca per dir cose grandi” (Ap 13,5). – “E adorarono la bestia dicendo. Chi è da paragonarsi colla bestia?” (Ap 13,4) – “L’arrivo di quest’empio sarà con tutte le seduzioni dell’iniquità” (2Ts 2, 8-10).

Il testo di Ap 13,5 che parla delle sette teste e dieci corna, mostrano soprattutto la vasta potenza, e anche la capacità, intelligenza, perspicacia (“corno con occhi di uomo”), e la capacità di voce ed eloquenza: “E fu dato alla bestia una bocca per dire cose grandi (o ‘parole arroganti’)” (Dan 7,8). Il termine ebraico ‘rabreban’ può significare parole grandissimi o eloquenti.

5 – Gli inizi dell’Anticristo saranno piccoli e poco osservati: “Io considerava le corna, quand’ecco un altro piccolo corno spuntò in mezzo a queste” (Dan 7, 8).

6 – L’Anticristo crescerà e farà conquiste: “Tre delle prime corna le furono svelte all’apparire di questo” (Dan 7, 8). – “Questo corno era maggiore di tutti gli altri” (Dan 7, 20). – “E l’angelo così mi disse: I dieci corni saranno dieci re; e un altro si alzerà dopo di essi… e umilierà tre re” (Dan 7, 24).

Da dieci stati (nati in principio dall’impero romano), tre cadranno sotto l’Anticristo, nel momento in cui si manifesterà in modo grandioso; il corno piccolo (Anticristo) crescerà in mezzo agli altri dieci e abbatterà tre re. Sorgerà dalla medesima fonte ma si innalzerà dopo di essi.[7]

7 – L’impero dell’Anticristo sarà universale: “E fu dato potere alla Bestia sopra ogni tribù e popolo e lingua e nazione” (Ap 13,7).

8 – L’Anticristo farà una guerra accanita a Dio e alla Chiesa: “E parlerà contro l’Altissimo e esaspererà i santi dell’Altissimo, e si proporrà di mutare i giorni festivi e la legge” (Dan 7, 25). – “Essa (la Bestia) aprì la sua bocca in bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome, il suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo. Le fu pure dato potere di far guerra ai santi e di vincerli” (Ap 13, 6-7).

 

 

[1] Can. A. Lémann, L’Anticristo (trad di Can. B. Neri), Marietti, Torino 21919. L’opera originale in francese (l’Antéchrist) è di 1908, e porta la prefazione del Card. Merry del Val, allora segretario di Stato di sua santità San Pio X.

[2] Can. A. Lémann, L’Anticristo, 9-10. Le avvertenze menzionate dai Papi: Leone XIII nel Concistoro del 30/9/1901, sui pericoli che minacciano la Chiesa e la società civile; la lettera dello stesso Papa ai superiori generali degli Ordini e istituti religiosi, seguita da un’allocuzione al Sacro Colegio di Cardinali del 28/12/1902; San Pio X nella sua enciclica: E supremi apostolatus cathedra (4/10/1903).

[3] I riferimenti sono di A. Lémann, L’Anticristo, 12. 14.

[4] S. Agostino, Della Città di Dio, lib. XX, 19.

[5] Cfr. Catechismo del Conc. Tridentino, P. I, art. VII, n. VIII: Signa iudicium praecedentia: – Dicendum est Antichristum futurum esse verum hominem. Existimo esse assertionem certam de fide (Suarez, De Antichristo, sect. I, n, 4; ediz. Vivés, t. XIX, Paris 1860).

[6] Tommaso di Aquino, Summ. theol., III, q. 8, a. 8. “Sarà uomo (non un demonio incarnato, come alcuni Scolastici opinarono); ma uomo pessimo“.

[7] Cfr. A. Lémann, L’Anticristo, 17-18.

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