NATALE DEL SIGNORE

 NATALE DEL SIGNORE 2017

Tutti sappiamo bene quanto il Natale è qualcosa di caro a noi, forse la festa più cara e desiderata.

            Quando più ama uno una cosa, una famiglia, una persona, più la difende, più la guarda, perché sa che la sua felicità, il suo amore per essa possiede un fondamento. Perché la mamma ama tanto il suo figlio? In definitiva perché è uscito da lei, perché è suo. Esiste dunque un fondamento per tale amore; il figlio è uscito dalla mamma; la mamma è vissuta, si è sacrificata, si è donata per intero al suo figlio. Ognuna delle cose buone di questo mondo è buona per una ragione, per un fondamento.

            Lo stesso succede con il Natale: Tutte le gioie che ci sono, in famiglia, con i parenti, perfino i regali, tutti hanno fondamento nel Natale del Signore: perché è nato il Salvatore. Se lui non fosse nato niente avrebbe senso: né il raduno, né la festa, né l’albero, e meno ancora il Natale che viene rappresentato o presepio. Il fondamento è Cristo, o come dice San Paolo: La roccia era Cristo (1 Cor 10,4), o Cristo Gesù stesso è la pietra angolare (Ef 2,20).

            Quando Cristo viene lasciato da parte, perdiamo non soltanto il fondamento, perdiamo pure l’identità, cosa che dovrebbe essere già tanto, e perdiamo infine gli stessi valori naturali, gli stessi valori civili. Diceva G. K. Chesterton: “Togliamo il soprannaturale, si rimane soltanto con quello che è antinaturale”, con quello che è contro l’uomo. Un esempio è la legge fine vita, appena votata: Una società che vuole mandare via Cristo dalle aule, dal ambiente pubblico, dalla strada, manda via pure gli anziani.

            Tutti questi tentativi di mandare via Cristo dalla società, delle scuole, delle istituzioni e dalla famiglia, è un attentato contro l’uomo stesso. I casi sono conosciuti e sono tantissimi. Ci lamentiamo che compaia il terrorismo con tanta forza, il clima di guerra, di permanente sfiducia. Noi pensavo fino a poco fa che queste cose erano lontane, ma invece le abbiamo qui, a casa. Uno si domanda come è possibile. Non è che abbiamo una società civile, più meno ben educata?

            La soluzione non passa dai valori civili, si trova però nella grazia di Cristo. L’uomo di qualsiasi cultura, di qualsiasi condizione o paese, porta sempre con sé il peccato originale e le sue conseguenze, che sono le diverse concupiscenze e perfino la mancanza di ordine nel suo agire, l’essere schiavo delle passioni, degli odi e dai rancori, perfino dalla violenza. L’unica soluzione ci la offre Gesù. Ovviamente che questo comporta uno sforzo ed una lotta; non è qualcosa che si possa risolvere da un momento all’altro. E comporta da parte nostra tante rinunce e sacrifici. Ma è l’unica soluzione: Chi rimane in me e io in lui, questi porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla (Gv 15,5), ha detto Gesù. Senza di Cristo, tutto si corrompe, a livello personale ed a livello sociale. Se si abbandona Cristo, non resta più che l’inferno, ogni volta più grande. Lo stesso quando si sfigura Cristo, quando si cerca un Cristo adatto alle nostre misure, al nostro piccolo parere soltanto, quando si vuole accettare Cristo purché non impicci nella nostra morale, nella nostra vita privata, purché non mi esiga troppo. Tutti questi intenti sono chiamati assolutamente a fallire.

            Cosa facile è arrabbiarsi con il Signore quando le cose non vanno come li pensiamo. Cosa molto più difficile è cercare di cambiare noi stessi, di umiliarci davanti al Signore e riconoscere che abbiamo bisogno di Lui. Ebbene, è proprio questo quello che dobbiamo fare in questo Natale. Ovviamente, tutti che siamo qua sappiamo riconosciamo aver bisogno di Cristo, e perciò siamo qui in chiesa. Ma sempre possiamo crescere in questa consapevolezza e soprattutto nel vivere questa realtà con più coraggio e risoluzione. E soprattutto dobbiamo, umilmente, pregare ed impetrare (cioè, chiedere) grazia per tanti altri che non riconoscono e non vogliono riconoscere il regno di Cristo, l’unico che salva veramente e guarisce veramente l’uomo. Senza di lui non c’è speranza: Non c’è in alcun altro la salvezza – dice il libro degli Atti degli Apostoli-. Nessun altro nome infatti sotto il cielo è stato concesso agli uomini, per il quale siamo destinati a salvarci (Atti 4, 11-12).

            Eleviamo allora a Dio la nostra preghiera, e chiediamo la grazia:

1)  Innanzitutto di essere noi fedeli a Cristo, senza riduzionismi e senza sfigurare il suo volto. Soltanto possiamo trasmettere Cristo agli altri se prima sappiamo seguirlo con fedeltà.

2) La seconda grazia la chiediamo per tutti quelli che non conoscono, non vogliono conoscere o vogliono rifiutare il suo giogo soave, affinché lo riconoscano come unico e vero Re che può guarire e salvare, purché si compia pure quello di San Paolo: Dio l’ha insignito di quel Nome che è superiore a ogni nome, affinché, nel nome di Gesù, si pieghi ogni ginocchio, degli esseri celesti, dei terrestri e dei sotterranei e ogni lingua proclami, che Gesù Cristo è Signore, a gloria di Dio Padre (Flp 2, 9-11).

AUGURIAMO UN BUON NATALE DA PARTE DI BIBBIA, RAGIONE E VERITA.

 

 

 

 

 

 

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