Martin Lutero ed il dialogo ecumenico

 

Martin Lutero

Martin Lutero

“Nel lavoro ecumenico, sembra giustissimo e prezioso oggi dialogare con tutte le confessioni cristiane, ma non sembra che il dialogo possa avvenire sotto le effigie di Lutero che ne fu la negazione”. Così si sprimeva qualche giornalista, riguardo al fatto che la Chiesa cattolica abbia qualcosa a celebrare riguardo i 500 anni della Riforma o cisma protestante, in particolare quello luterano.

Presentiamo un breve commento su un libro uscito da alcuni anni, che ha proprio come titolo: Martin Lutero, di Angela Pellicciari:

La recesione da noi pubblicata ha per autore a: Costa, Luca, nella sezione Recensioni di libri di Cultura cattolica, che ha come curatore a: Don Gabriele Mangiarotti

Fonte: http://culturacattolica.it/default.asp?id=125&id_n=32098

        Chi era Martin Lutero? Dopo cinquecento anni è ancora fitta la nebbia che avvolge il teologo di Eisleben. La storiografia prevalente (specialmente quella di matrice marxista) lo presenta come un liberatore, un padre della modernità; un riformatore che spezzò le catene dell’ignoranza delle masse, consegnando in ogni casa una copia della Bibbia tradotta in tedesco.

Ma sono sufficienti tali semplificazioni per comprendere la figura di Lutero? No. Per poter esprimere un giudizio su una materia complessa come il protestantesimo, occorre conoscerne i punti fondamentali. Uno strumento utile in questo senso è fornito dall’ultimo lavoro di Angela Pellicciari: Martin Lutero, edito da Cantagalli (2012, pp.174). Un libro che approfondisce le cause, la natura e le conseguenze della rivoluzione di Wittenberg.

Dallo studio della Pellicciari emerge come Lutero, in realtà, non fu un vero e proprio riformatore, bensì colui che determinò la traumatica e violenta rottura dell’unità religiosa europea. La protesta non ebbe come obiettivo un rinnovamento o un ritorno alle origini del cristianesimo, ma fu una guerra all’autorità del Papa e della Chiesa.

Lo strappo causato dalle teorie di Lutero fu netto e senza riserve, egli affermò una fede che prescinde dalla Chiesa, poiché il singolo individuo, tramite il libero esame della scrittura, può instaurare intimamente un diretto e privato rapporto con Cristo.

Nel suo Appello alla nobiltà cristiana della nazione tedesca, Lutero invitò i principi suoi sostenitori a sottrarre al Papa ogni influenza sulla Chiesa tedesca, e ad assumerne direttamente il controllo: non più Chiesa Cattolica, universale, quindi, ma nazionale. Come scrive Mons. Luigi Negri in Controstoria (San Paolo, 2000): “lo Stato protestante si impone come guida morale, educativa, economica e culturale”, e si appropria di tutte le dimensioni dell’esistenza, anche di quella religiosa poiché la Chiesa è ridotta ad un ramo, ubbidiente, della struttura burocratica e amministrativa.

I Prìncipi tedeschi, cui Lutero si rivolse apertamente, intuirono immediatamente quale formidabile arma era messa a loro disposizione: demolita l’unità della Chiesa ed espropriati i suoi beni, cioè un terzo delle ricchezze della Germania, avevano ora in mano la quintessenza del potere: quello religioso, cuius regio, eius et religio, la fede del popolo sarà quella di chi comanda. In poche parole, Lutero progettò l’autostrada verso assolutismo moderno. A ruota il re d’Inghilterra li seguirà e così la Scandinavia e poi l’Olanda. L’Europa sarà devastata da feroci guerre di religione per cento anni.

La lente d’ingrandimento della Pellicciari fa luce su diversi nervi scoperti del pensiero luterano, mostrando con rigore quanto poco in comune esso condivida con la tradizione cattolica, forse resta solo il riferimento a Gesù Cristo.
Lutero giunse addirittura a negare l’esistenza del libero arbitrio. Egli divise l’umanità in predestinati, che vengono salvati da Dio, e in “pre-dannati”, che sono irrimediabilmente al guinzaglio del demonio. Un arbitrarismo divino che il singolo deve subire passivamente, sforzandosi sì di avere la massima fede, ma senza poter però fare nulla con la sua libertà, ormai svuotata di significato.
Se la salvezza passa solo attraverso la fede o la predestinazione, non è affatto semplice intuire cosa rimane del cristianesimo nella filosofia luterana, dove non trovano cittadinanza né un Cristo da seguire né un prossimo da amare.

        Martin Lutero, di Angela Pellicciari, un libro senza dubbio da leggere, tenendo ben presente l’attualità del suo protagonista e delle questioni aperte dal protestantesimo: libertà religiosa e rapporto tra Chiesa e Stato, poiché come afferma anche Gianfranco Amato nel suo ottimo saggio I nuovi Unni, tutto cominciò a Wittenberg…

(Un altro libro della Pellicciari sull’argomento è uscito anni dopo: Martin Lutero; il grande rivoluzionario. Angela Pellicciari Cantagalli, 2016 – 192 pp)

 

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